FOSSILI INVERTEBRATI. A cura di Giovanni Pinna. Fotografie di Carlo Bevilacqua.

Editore: Istituto Geografico De Agostini -Novara

Collana: Meraviglie della natura

Anno di stampa: 1978

pagg. 128;  31 cm

Classificazione Dewey: 562 PIN

Collocazione:

 

Descrizione

Dalla seconda di copertina.

FOSSILI INVERTEBRATI

A cura di Giovanni Pinna.

I fossili, inerti e fredde testimonianze di una vita remota, hanno sempre interessato lo specialista ed il profano per il significato scientifico e per il fascino che portano con sè.

(…)

Il testo di questo volume è stato  concepito seguendo la classificazione geologica, con una ricca documentazione fotografica tutta a colori, tra le migliori che siano state raccolte in un solo volume.

Da: https://www.giovanni.pinna.info/biography.html

Giovanni Pinna (nato a Torino nel 1939) è professore di paleontologia e museologo. Ha lavorato dal 1964 al 1996 al Museo di Storia Naturale di Milano, il maggiore museo naturalistico italiano, prima come conservatore di paleontologia, poi come direttore dal 1981 al 1996.
La sua attività scientifica è stata volta soprattutto allo studio delle ammoniti, dei rettili triassici e dei crostacei fossili, argomenti sui quali ha pubblicato numerosi lavori. Fra i risultati scientifici di maggior rilievo si possono segnalare la scoperta del giacimento del Giurassico Inferiore di Osteno, sul Lago di Lugano, uno dei pochi giacimenti nel quale si conservano le parti molli degli organismi fossili, la scoperta e la descrizione della nuova classe di crostacei fossili Thylacocephala e la descrizione di alcuni nuovi generi di rettili fossili.
Egli si è inoltre interessato del problema delle estinzioni di massa e in diversi scritti ha proposto una teoria alternativa all’ipotesi catastrofista; è infatti totalmente contrario all’idea che la caduta di una meteorite abbia causato estinzione dei dinosauri e di molti altri taxa alla fine dell’era Mesozoica.
Nei 15 anni in cui è stato direttore del Museo di Storia Naturale di Milano ha rinnovato completamente l’istituto, che, distrutto nel 1943, era stato ricostruito con criteri espositivi arcaici: ha dato una nuova organizzazione alle sezioni scientifiche, ai laboratori e agli uffici, ha aumentato il personale scientifico, ha arricchito le collezioni, ha potenziato la biblioteca, ha promosso il riordino degli archivi storici, ha dato impulso alla ricerca scientifica e all’attività didattica, ha pianificato le esposizioni permanenti ed ha rinnovato gran parte dei 5000 mq di esposizione, e, soprattutto, ha creato uno splendido rapporto fra il museo e la città. Grazie a questo rinnovamento, agli inizi degli anni novanta il museo di Milano era considerato fra i 7 grandi musei naturalistici europei, assieme a quelli di Madrid, Vienna, Parigi, Londra, Francoforte e Stoccolma.
Dal 1980 al 1996 ha diretto il Planetario di Milano ed ha provveduto a rinnovarne l’organizzazione e il funzionamento.
Fra gli avvenimenti di maggior rilievo culturale si può ricordare il recupero della wunderkammer seicentesca di Manfredo Settala, il cui materiale, tolto dalle casse in cui giaceva nella Biblioteca Ambrosiana, fu mostrato al pubblico per la prima volta dopo molti decenni nell’esposizione Musaeum Septalianum.
Ulteriori notizie sull’attività di Giovanni Pinna come direttore del museo di Milano si possono trovare nei suoi rapporti di attività e nella commemorazione del 150° anniversario della fondazione del museo.