Ranuccio Bianchi Bandinelli: ROMA. L’ARTE NEL CENTRO DEL POTERE. Dalle origini al II secolo d.C.

Edizioni Rizzoli/Corriere della Sera

Collana: Grandi Civiltà; 1

Anno di stampa: 2005

pagg. 414;  25 cm

Classificazione Dewey 709.37 BIA

Collocazione:

Descrizione

Da: http://www.honosetvirtus.roma.it/index.php?option=com_content&view=article&id=603%3Aroma-l-arte-romana-nel-centro-del-potere&catid=60&Itemid=493

Il manuale fondamentale per chi si approccia allo studio dell’arte romana inquadrata nel suo contesto socio – politico.

La prima edizione del presente volume scritto dall’illustre archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli vide la luce nel 1969, divenendo subito una pietra miliare nello studio dell’arte romana, motivo per il quale venne ristampato nel corso degli anni. L’opera qui presentata analizza quanto i romani crearono dalle loro origini fino alla fine del II secolo d.C., fermandosi alle soglie del III secolo. Il periodo che va da tale data, che segnò un grande mutamento nel mondo antico sotto ogni punto di vista, fino alla fine dell’Impero Romano d’Occidente è trattato nel volume “Roma. La fine dell’arte antica (dal II secolo D.C. alla fine dell’impero)” scritto dal medesimo autore.

Il libro è suddiviso in due grandi parti: una dedicata all’analisi dei manufatti artistici e l’altra composta da una ricca documentazione grafica e cronologica. La prima parte è quella più consistente; ogni capitolo è introdotto da un’ampia descrizione del contesto storico e socio – politico all’interno del quale si sviluppano le varie correnti artistiche che caratterizzano il mondo romano, permettendo di avere sempre un quadro ben chiaro dei motivi che hanno permesso ad un determinato genere di svilupparsi al posto di un altro.
Ogni pagina presenta una o più immagini di confronto e spesso si illustra il medesimo soggetto da punti di vista diversi, in modo che non sfugga al lettore nessun dettaglio. Ogni argomento è trattato in maniera completa, cercando sempre di fare parallelismi e confronti tra le varie correnti artistiche: ad esempio ampio spazio è dato alle similitudini e differenze tra il rilievo onorario ed il ritratto e, in questo secondo caso, anche tra il ritratto ufficiale e quello privato, spiegandone le funzioni e i fini. Grazie a questa analisi puntuale permette di capire perché spesso ci troviamo di fronte a ritratti di un medesimo personaggio (anche gli stessi imperatori) che però sono molti diversi tra loro.
La seconda parte è caratterizzata da un’ampia sezione dedicata alle monete seguita da una carrellata di planimetrie ricostruttive relative ai principali edifici che hanno caratterizzato il periodo cronologico preso in esame (ad es. Villa Adriana e il tempio della Fortuna Primigenia). Il tutto viene infine completato da una tavola cronologica che mette in relazione personaggi, avvenimenti, arti e cultura, seguita dalla corposa bibliografia.
Senza dubbio ci troviamo davanti ad un’opera che ha saputo raccogliere e spiegare una vastità di argomenti complessi rendendoli piacevoli alla lettura, riuscendo a tenere sempre alta l’attenzione e che continua ad essere il fondamentale punto di inizio degli studi sull’arte classica.

L’autore

Ranuccio Bianchi Bandinelli nacque a Siena nel 1900 da una nobile famiglia: suo padre era un noto avvocato e per diversi anni fu sindaco della città toscana mentre sua madre discendeva da una nobile famiglia tedesca. Compì studi classici nella sua città per poi iscriversi all’Università di Roma frequentando corsi di Archeologia e specializzandosi nello studio del mondo etrusco. Per anni lavorò presso il Museo Archeologico di Firenze, occupandosi dello studio e della pubblicazione dei materiali raccolti cercando di mettere in luce gli stretti legami del mondo etrusco con quello greco e romano. Insegnò in molte università sia italiane che estere con interruzione dovuta alla Seconda Guerra Mondiale, periodo nel quale si trovò a fare da guida a Hitler a Roma e a Firenze prima di decidere di lasciare il Fascismo.
Alla fine del conflitto si dedicò alla riorganizzazione dei musei italiani e al restauro dei monumenti che erano stati maggiormente danneggiati dagli eventi bellici. Nel 1948 fondò l’Accademia dei Lincei e dal 1951 fu redattore dell’Enciclopedia Universale dell’Arte per la sezione relativa al mondo antico. I suoi campi di interesse furono moltissimi e altrettante le opere da lui pubblicate, come ad esempio “Roma. La fine dell’arte antica” o “Etruschi e Italici prima del dominio di Roma” insieme al suo allievo Antonio Giuliano. Morì a Roma nel 1975. Sono stati suoi allievi i maggiori studiosi di Arte Antica degli ultimi quarant’anni come Filippo Coarelli, Mario Torelli e Adriano La Regina.

Manuela Ferrari