PASOLINI E IL SETACCIO. 1942/1943. A cura di Mario Ricci.

Cappelli editore

Collana: Nuova Universale Cappelli- studio

Anno di stampa: 1977

pagg. 196;  21 cm

Classificazione Dewey: 853.91 PAS – RIC

Collocazione:

 

Descrizione

Da: https://it.wikipedia.org/wiki/Il_Setaccio#

Il Setaccio è stata una rivista pubblicata a Bologna tra il novembre 1942 e il maggio 1943. Pier Paolo Pasolini, appena ventenne, fu uno dei fondatori e tra i principali redattori.

Storia

La copertina del primo numero de Il Setaccio disegnata da Pier Paolo Pasolini

«Il Setaccio» fu la rivista ufficiale del Comando federale di Bologna della Gioventù Italiana del Littorio (GIL), l’istituzione creata nel 1937 assorbendo l’Opera Nazionale Balilla (ONB), con il compito di formare e organizzare la gioventù italiana sotto il diretto controllo del Partito Nazionale Fascista (PNF).

Il primo numero, con un disegno di Pasolini sulla copertina, uscì nel novembre del 1942 con il sottotitolo Ordine del giorno del Comando federale GIL di Bologna. Politica-letteratura-arte-cinematografo-teatro-musica-radio-sport-notiziario.  Dal secondo numero in poi il sottotitolo cambiò in Rivista mensile della GIL bolognese. Politica-letteratura-arte-notiziario. Il simbolo della rivista è il setaccio, “cioè il vaglio, attraverso una fittissima rete, delle intelligenze giovanili”, come scrive il direttore Falzone nel primo numero.

«Il Setaccio» fu a tutti gli effetti la prosecuzione della rivista «Gioventù italiana del Littorio. Bollettino del Comando federale di Bologna» e nel passaggio fra le due riviste un ruolo determinante lo ebbe proprio Pasolini che, su questa rivista aveva pubblicato il suo primo articolo, poi dimenticato e “riscoperto” solo nel 2015.

Con il n. 6/7 di aprile-maggio 1943, «Il Setaccio» cessa le pubblicazioni.

Sull’ultima copertina compare un ritratto di Mussolini con sullo sfondo un paesaggio africano e la scritta ‘Ritorneremo’, con riferimento alla definitiva sconfitta delle forze dell’Asse in Africa del maggio 1943.

Oltre che per i problemi legati alla sempre maggiore difficoltà di reperire la carta per la stampa, una merce rara in tempo di guerra, dalle lettere di Pasolini agli amici e ai collaboratori si intuisce che una delle cause principali della fine della rivista fu il dissidio permanente tra il direttore, Giovanni Falzone, e il resto della redazione.

Redattori e collaboratori

(…)

Pasolini

Pasolini, indicato come vice consulente per i primi quattro numeri de «Il Setaccio», ha un ruolo di primo piano nella redazione, come è testimoniato sia dai ricordi degli altri redattori, ‘in primis’ Mario Ricci, sia dalle lettere che lo stesso Pasolini invia da Casarsa, in particolare a Fabio Mauri e a Fabio Luca Cavazza, incitandoli a proseguire il lavoro per la preparazione dei numeri della rivista.

Oltre a dodici disegni, di cui alcuni pubblicati sulle copertine (cfr. i n. 1 e 5), Pasolini pubblica su «Il Setaccio» 17 contributi tra riflessioni morali, saggi letterari, di critica d’arte, poesie in italiano e in friuliano.