Richard Bach: IL GABBIANO JONATHAN LIVINGSTON. Fotografie di Russell Munson. Traduzione di Pier Francesco Paolini.

Casa editrice: Rizzoli

Collana: Biblioteca Universale (BUR)

Anno di stampa: 1996

pagg. 102;  18 cm

Classificazione Dewey: 813.54 BAC

Collocazione:

Descrizione

Da: https://www.greenme.it/vivere/arte-e-cultura/il-gabbiano-jonathan-livingston/

‘Il gabbiano Jonathan Livingston’: il best-seller che ci insegna a ‘spiccare il volo’

Germana Carillo, 25 gennaio 2020

Ha cinquantun anni ma è come se fosse stato scritto ieri. “Il gabbiano Jonathan Livingston” è stato e continua ad essere uno di quei libri che non devono mancare tra gli scaffali di casa. Breve (appena 100 pagine), ma dal potere immenso, il testo scritto da Richard Bach, scrittore e pilota, è un vero best-seller del ‘900. Perché ricordarlo oggi?

Perché dopo 51 anni (la prima stampa risale infatti al 1970) rappresenta un romanzo breve sotto forma di favola con uno sfondo morale preciso: non aver paura di spiccare il volo, ma investi su te stesso. Liberamente.

Ispirato a un pilota acrobatico che ha segnato la storia dell’aviazione mondiale nel periodo della Grande Depressione americana, John H. Livingston, il libro è la storia del gabbiano Jonathan che abbandona il suo stormo, stormo che non è in grado di comprendere le sue attitudini e, anzi, le condanna perché semplicemente diverse.

I “comuni gabbiani”, infatti, non arrivano a capire la bellezza della libertà, la ricchezza di essere “diverso” da altro. Per loro, il volo è un mero atto teso a procurare del cibo, nulla di più. Per Jonathan, invece, il volo è molto altro, è un atto di intelligenza, occasione di perfezione e di felicità.

“Lui si sentiva vivo come non mai, e fremante di gioia, fiero di aver domato la paura. Poi, senza indugio alcuno, si attillò le ali al corpo, protendendo solo i sòmmoli angolati, e si scagliò dall’alto a capofitto. Percorsi circa trecento metri, aveva già raggiunto la vecchia velocità-limite: il vento adesso era una solida barriera pulsante, da sfondare, non poteva darci dentro più forte. […] Ma la velocità era potenza, era gioia, era bellezza”.

Pagina dopo pagina il gabbiano Jonathan diventa una guida per chi impara a conoscersi fin nel proprio intimo e a non rifiutarsi, per chi capisce cosa desidera di più perché si sente nel posto giusto, nonostante i pregiudizi degli altri. Insegna, Jonathan, a non avere timore di distinguersi, ma di proseguire autonomamente per la propria strada.

Lui incoraggia a spiccare il volo, e a librarsi nel cielo per fare esperienza e soddisfare le curiosità della vita, così da poter dire di aver oltrepassato nuovi entusiasmanti orizzonti.

“Qualunque cosa tu faccia non pensare mai a cosa diranno gli altri, segui solo te stesso, perché solo tu nel tuo piccolo sai cosa è bene e cosa è male, ognuno ha un proprio punto di vista, non dimenticarlo mai, impara a distinguerti, a uscire dalla massa, non permettere mai a nessuno di catalogarti come “clone di qualcun altro”, sei speciale perché sei unico, non dimenticarlo mai”.