Fabrizio Santori, Michele Ruschioni: ADDIO CENCELLI. Come misurare il merito in politica.

Donazione “Giancarlo Loquenzi”

Armando Curcio Editore

Anno di stampa: 2017

pagg. 205;  21 cm

Classificazione Dewey: 324 SAN

Collocazione:

Descrizione

Da: https://it.wikipedia.org/wiki/Manuale_Cencelli

Manuale Cencelli è un’espressione giornalistica con cui si allude all’assegnazione di ruoli politici e governativi ad esponenti di vari partiti politici o correnti in proporzione al loro peso.[1] L’espressione viene spesso usata in senso ironico o dispregiativo, per alludere a nomine effettuate in una mera logica di spartizione in assenza di meritocrazia.

L’espressione trae origine dal cognome di Massimiliano Cencelli, un funzionario della Democrazia Cristiana, che in un’intervista ne svelò gli antefatti:

«Nel 1967 Sarti, con Cossiga e Taviani, fondò al congresso di Milano la corrente dei ‘pontieri’, cosiddetta perché doveva fare da ponte fra maggioranza e sinistra. Ottenemmo il 12% e c’era da decidere gli incarichi in direzione. Allora io proposi: se abbiamo il 12%, come nel consiglio di amministrazione di una società gli incarichi vengono divisi in base alle azioni possedute, lo stesso deve avvenire per gli incarichi di partito e di governo in base alle tessere. Sarti mi disse di lavorarci su. In quel modo Taviani mantenne l’Interno, Gaspari fu Sottosegretario alle Poste, Cossiga alla Difesa, Sarti al Turismo e spettacolo. La cosa divenne di pubblico dominio perché durante le crisi di governo, Sarti, che amava scherzare, rispondeva sempre ai giornalisti che volevano anticipazioni: chiedetelo a Cencelli»
(Massimiliano Cencelli, intervista su Avvenire del 25 luglio 2003)