Wilhelm Reich: LA RIVOLUZIONE SESSUALE.

(La biblioteca possiede due copie del testo).

Casa editrice: Feltrinelli

Collana: Universale Economica

Anno di stampa (1a e 2a copia): 1980

pagg. 215;  18 cm

Classificazione Dewey: 306.7 REI

Collocazione:

Descrizione

Da: https://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/la-rivoluzione-sessuale-1/#descrizione

“La meccanizzazione della vita ha bisogno dell’infelicità sessuale. È condizione dell’ordinamento sociale”

Alla fine degli anni venti, Wilhelm Reich diede vita non solo a Berlino, ma in maniera diffusa in tutta la Germania, a dei veri e propri consultori sessuali, i cosiddetti Sexpol, che avevano per scopo quello di curare i traumi di carattere sessuale, in cambio di onorari abbordabili anche dalle tasche operaie. Il successo dell’iniziativa fu straordinario e in poco tempo Reich ebbe sottomano una quantità enorme di casi clinici che gli permisero di formulare una teoria che spiegava la repressione sessuale non solo come esito delle disfunzionalità della famiglia, ma anche come risultato delle dinamiche sociali. Anzi, la distorsione sessuale apparve come necessaria al funzionamento del sistema e della sua riproduzione sociale. Reich giungeva così alla comprensione che il problema della sessualità e il suo risolvimento dovessero diventare un punto cruciale dell’agenda politica. Un libro drammaticamente ancora attuale e importante.
“In questo libro la parola rivoluzionario non sottintende l’uso della dinamite, ma l’uso della verità, che si raggiunge solo andando alla radice delle cose.”

 

Da: https://it.wikipedia.org/wiki/Wilhelm_Reich

 

Wilhelm Reich (Dobrzcynica, 24 marzo 1897 – Lewisburg, 3 novembre 1957) è stato un medico, psichiatra e psicoanalista austriaco naturalizzato statunitense.

Firma di Reich

Allievo di Sigmund Freud, divenne noto per le sue ricerche sul ruolo sociale della sessualità, per i suoi studi sul rapporto fra autoritarismo e repressione sessuale, nonché per la sua teoria sulla cosiddetta “energia orgonica”. Arrestato dall’FBI poiché un collega aveva trasportato materiale del loro laboratorio attraversando il confine tra due stati, violando pertanto una legge federale, fu assolto da queste accuse ma fu condannato lo stesso per oltraggio alla corte a due anni di carcere senza condizionale; morì per un malore in prigione nel 1957, una settimana prima della prevista libertà sulla parola.

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