Aleksandr Solzenicyn: ARCIPELAGO GULAG (1918-1956). Saggio di inchiesta narrativa. Volume 2°. Parti III-IV

Arnoldo Mondadori Editore

Collana: Saggi

Annno di stampa: 1975

pagg. 688;  20 cm

Classificazione Dewey: 947.085 SOL

Collocazione:

Descrizione

Da: https://it.wikipedia.org/wiki/Gulag

Gulag (pron. [gu’lag]; in russo: ГУЛаг – Главное управление исправительно-трудовых лагерей? , “Glavnoe upravlenie ispravitel’no-trudovych lagerej”, “Direzione principale dei campi di lavoro correttivi”[1] – spesso scritto GULag) è stato il ramo della polizia politica dell’URSS che costituì il sistema penale dei campi di lavoro forzato. Benché questi campi fossero stati pensati per la generalità dei criminali, il sistema è noto soprattutto come mezzo di repressione degli oppositori politici dell’Unione Sovietica.

Da: https://it.wikipedia.org/wiki/Arcipelago_Gulag

Arcipelago Gulag è un saggio di inchiesta narrativa, edito in tre volumi, scritto tra il 1958 e il 1968 da Aleksandr Solženicyn sul sistema dei campi di lavoro forzato nell’URSS. Durante il regime comunista, l’utilizzo sistematico della giustizia politica disseminò l’Unione Sovietica di campi di concentramento.

GULag è l’acronimo russo di Direzione centrale dei lager, materiale primario di ricerca, l’autore vi riversò anche la propria esperienza di prigioniero politico nei campi di lavoro forzato;che dà il nome burocratico al sistema di coercizione atto a sopprimere la libertà di oppositori e critici del sistema, accusati di essere i “nemici” del comunismo, individui da “rieducare”; per metonimia, indica il sistema del campo medesimo. Poggiando su testimoni oculari – vittime superstiti – e egli vi percorre l’iter carcerario: dall’istruttoria ai lager speciali, dall’arresto cagionato da una delazione, fino al termine della pena scontata.

Arcipelago Gulag ebbe grande risonanza nell’opinione pubblica internazionale per aver fornito il resoconto più radicale e circostanziato dell’URSS post-rivoluzionaria: Solženicyn vi dimostra che il regime comunista poteva governare sui popoli oppressi dell’Unione Sovietica solo con la minaccia dell’imprigionamento, ma pure che l’economia stessa del Paese dipendeva dalla produttività dei campi di lavoro forzato. L’opera fu pubblicata in Occidente nel 1973 e circolò clandestinamente – in samizdat – nell’URSS fino al 1989, quando fece la sua apparizione sulla rivista letteraria Novyj Mir Novyj Mir, in forma ridotta. Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, l’opera fu pubblicata liberamente e integralmente; (…).

Sommario dell’opera

Parte prima – L’industria carceraria

Parte seconda – Moto perpetuo

Parte terza – Lavoro di sterminio

Parte quarta – L’anima e il reticolato

Parte quinta – La galera

Parte sesta – Il confino

Parte settima – Stalin non è più