DA ROMA A MARCINELLE. Testi a cura di Jean-Louis Delaet, Christelle Dethy, Alain Forti, Christian Joosten, Ada Lonni, Rina Margos, Anna Morelli.

Pubblicazione di: Le bois du Cazier – Marcinelle

Anno di stampa: 2004

pagg. 83;  ill. ; 20×21 cm

Classificazione Dewey: 338.27 MAR (Marcinelle)

Collocazione:

Descrizione

(Sono pubblicate la copertina e la pagina 3, con la presentazione di Jean-Claude Van Cauwenberghe, Presidente del Bois du Cazier)

Dalla pagina 2.

Jean-Louis Delaet, Direttore del Bois du Cazier
Christelle Dethy, incaricata delle mostre al Bois du Cazier
Alain Forti, Conservatore di museo al Bois du Cazier
Christian Joosten, Bibliotecario al Bois du Cazier (testo di copertina)
Ada Lonni, Docente all’Università degli studi di Torino
Rina Margos, Conservatore del Museo del Vetro d Charleroi
Anna Morelli, Docente all’Università libera di Bruxelles.

 

Da: https://it.wikipedia.org/wiki/Disastro_di_Marcinelle

Il disastro di Marcinelle avvenne la mattina dell’8 agosto 1956 nella miniera di carbone Bois du Cazier di Marcinelle, in Belgio. Si trattò d’un incendio, causato dalla combustione d’olio ad alta pressione innescata da una scintilla elettrica. L’incendio, sviluppandosi inizialmente nel condotto d’entrata d’aria principale, riempì di fumo tutto l’impianto sotterraneo, provocando la morte di 262 persone delle 275 presenti, di cui 136 immigrati italiani. L’incidente è il terzo per numero di vittime tra gli immigrati italiani all’estero dopo i disastri di Monongah e di Dawson. Il sito Bois du Cazier, oramai dismesso, fa parte dei patrimoni storici dell’UNESCO.

Da: https://www.leboisducazier.be

Le Bois du Cazier: STORIA
ESTRAZIONE DEL CARBONE (COALING)
Le Bois du Cazier, forma abbreviata di “Société anonyme des Charbonnages du Bois du Cazier à Marcinelle”, è un’ex miniera di carbone situata a Marcinelle, attualmente una sezione di Charleroi, in Belgio.
Le origini dell’estrazione del carbone risalgono al 30 settembre 1822, quando la concessione del carbone fu concessa con un decreto reale olandese di Guglielmo I a una certa Eulalie Desmanet de Biesme, nata Propper de Hun. Detto Eulalie aveva ereditato dal barone Jean-Baptiste de Cazier, tra l’altro, due boschi, denominati rispettivamente Bonbois e Hublinbut, situati nella città di Marcinelle, nonché il carbone che potevano contenere. Quest’ultimo, morto senza discendenti nel 1812, aveva lasciato in eredità la sua proprietà a Mme Desmanet, una famiglia per matrimonio, ea un nipote, René-Albert de Cazier. Hanno condiviso l’eredità con atto notarile del 1 maggio 1813. Il bosco ha preso il nome di “Bois De Cazier”, in ricordo del barone. Forse è a seguito di un errore di trascrizione che “de Cazier” è diventato “du Cazier”.
CONCESSIONE
Il 4 febbraio 1899 la concessione fu acquistata dalla SA des Charbonnages d’Amercoeur e gestita dalla Société Anonyme du Charbonnage du Bois du Cazier.
Nel 1904 si uniscono le concessioni del Bois du Cazier e della Marcinelle-Sud; il 26 aprile 1910 la concessione del Bois du Prince ampliò l’area sfruttata dalla società. Il 13 novembre 1922 furono concessi due ampliamenti, portando la superficie a 875 ha. All’inizio del XX secolo furono scavati due pozzi. Un terzo pozzo a 1.175 metri, chiamato “Foraky”, scavato nel 1954, era ancora in fase di scavo durante il disastro del 1956.
L’operazione riprende otto mesi dopo la tragedia. La società è stata messa in liquidazione il 15 gennaio 1961. Nel 1963 l’attività del Bois du Cazier è stata parzialmente rimessa in esercizio e chiusa definitivamente il 9 dicembre 1967
8 AGOSTO 1956
L’8 agosto 1956 stava per essere un giorno come un altro… Quella mattina 275 uomini erano scesi nelle profondità del seminterrato che conoscevano così bene per tornare alle loro postazioni di lavoro. Sono le 8:10 che avviene la tragedia durante un tragico errore: a seguito di un malinteso con la superficie, un operaio, a meno di 975 metri, ingabbia in un momento inopportuno un carro che doveva espellere dall’altra parte. carro. Il massimo della sfortuna: non esce completamente, bloccato da un tappo difettoso.
Quando si avvia la gabbia, uno dei due carri sporgenti è appeso a un travetto. Trasformato in un vero e proprio montone, ha danneggiato gravemente un tubo dell’olio, danneggiato due cavi elettrici ad alta tensione e provocato la rottura di un tubo dell’aria compressa. La formazione di archi elettrici accende l’olio spruzzato. Questo fuoco, attivato dall’aria compressa e dall’azione del ventilatore di superficie, è alimentato dalle forme, travetti e guide adiacenti, tutte in legno. Il fuoco si diffonde rapidamente alla miniera. Quello che era un semplice episodio di incoraggiamento è appena degenerato in un vero disastro.
MINUTO PER MINUTO
Pochi minuti dopo, sette operai, tra cui lo sfortunato encageur 975, riescono a risalire in superficie, accompagnati dal primo fumo nero e denso che annuncia la tragedia. Nonostante i numerosi e rischiosi tentativi, nonostante i numerosi atti di coraggio e una mobilitazione generale di tutti i mezzi di soccorso, solo sei sopravvissuti furono strappati da questo inferno proprio nel pomeriggio dell’8 agosto.
Il disastro ha causato sia in Belgio che all’estero un’emozione e un’ondata di solidarietà mai visti prima. La stampa scritta, la radio, la nascente televisione hanno riportato, durante quindici giorni di angoscia, le operazioni di soccorso effettuate con l’aiuto della Stazione Centrale di Soccorso di Houillères du Nord-Pas-de-Calais e del Centro di Soccorso di Essen nella Ruhr la zona. Una certa speranza resta nelle famiglie, in particolare mogli, madri e bambini aggrappati disperatamente ai cancelli dell’estrazione del carbone. Il 23 agosto il verdetto dei soccorritori, finalmente riusciti a prendere piede a 1035 metri, è stato definitivo: “Tutti cadaveri”…
L’ESPACE 8 AGOSTO 1956
Sito di un grave disastro minerario l’8 agosto 1956 che costò la vita a 262 minatori di 12 nazionalità diverse, la prima missione del Bois du Cazier è preservarne la memoria …
Questo spazio è un centro di interpretazione dedicato alla tragedia, alla sicurezza sul lavoro e fenomeni migratori. Film, fotografie, testimonianze e spiegazioni tecniche raccontano, ora per ora, giorno per giorno, il disastro e le operazioni di soccorso.
UNESCO – 2012
Il Grand-Hornu, il Bois-du-Luc, il Bois du Cazier e il Blegny-Mine, nel loro insieme, compaiono accanto alle altre proprietà valloni già iscritte (ascensori del Canal du Centre, campanili valloni, Notre-Dame de Tournai e Neolitico miniere di Spiennes) nella prestigiosa lista del patrimonio mondiale.
Complementari, i quattro siti formano un insieme coerente che ha giustificato la loro registrazione in serie. Questa iscrizione costituisce un vero riconoscimento della storia, della diversità e della ricchezza dei principali siti minerari della Vallonia e del patrimonio minerario vallone in generale.
Questo riconoscimento è il risultato di un costruttivo lavoro di collaborazione, svolto durante tutta l’applicazione dagli attori che lavorano sui quattro siti minerari in sinergia con la Regione Vallonia. Tuttavia, è solo una tappa, sotto forma di sfida, nella missione di conservazione e valorizzazione in cui sono impegnati i gestori del sito nonché tutti gli operatori e le istituzioni interessate dalle aree incluse nell’iscrizione.