Dan Brown: IL CODICE DA VINCI. Traduzione di Riccardo Valla.

Arnoldo Mondadori Editore

Collana: Omnibus

Anno di stampa: 2006

pagg. 523;  23 cm

Codice Dewey: 813.54 BRO

Collocazione:

Descrizione

Da: https://oubliettemagazine.com/2019/04/01/il-codice-da-vinci-di-dan-brown-uno-dei-romanzi-piu-venduti-e-letti-al-mondo/

“Il codice da Vinci” di Dan Brown: uno dei romanzi più venduti e letti al mondo

“Il nuovo ingresso del Louvre parigino era divenuto famoso quanto il museo stesso. La controversa piramide di vetro in stile neomoderno, progettata dall’architetto americano di origine cinese I.M. Pei suscitava ancora l’odio dei tradizionalisti che l’accusavano di distruggere la dignità rinascimentale dell’insieme…”

Best seller dal successo internazionale, Il codice da Vinci, a suo tempo, ha suscitato un ampio clamore, sia da parte del pubblico sia di molti opinionisti, i quali hanno espresso pareri ed opinioni su alcune peculiarità contenute nel testo. Decretandone in questo modo anche una rapida scalata nelle classifiche editoriali.

Basti pensare che il romanzo, alquanto innovativo, ha venduto circa 80 milioni di copie in tutto il mondo.

Scritto nel 2003 e pubblicato in Italia nel 2004 da Mondadori ha attribuito al suo autore, Dan Brown, una fama immediata, andata poi a beneficio anche degli altri suoi romanzi.

“L’indomani mattina, Sophie non aveva ricevuto un regalo di compleanno dal nonno. Non se l’era aspettato, dopo quello che aveva fatto. Ma il nonno non le aveva fatto neppure gli auguri. Quando era andata a dormire, quella sera, non si era mai sentita così abbattuta. Infilandosi sotto le coperte, però, aveva trovato un foglietto sul cuscino…”

Ma, veniamo brevemente alla trama de Il Codice da Vinci, thriller sui generis, al fine di ripercorrere la genesi del romanzo e dare completezza a questo scritto.

Jacques Saunière è il curatore di uno dei più prestigiosi musei al mondo: il Louvre. Senza un apparente motivo logico viene trovato morto nella stessa posizione dell’uomo vitruviano di leonardesca memoria. La vittima, però, prima di morire ha lasciato alcune tracce, al fine di poter identificare il suo aggressore.

Ma le indicazioni appaiono alquanto enigmatiche: parole e numeri combinati insieme, e accostati al nome di un professore di simbologia, un valido esperto della disciplina, tale Robert Langdon.

Sospettato dell’omicidio, sarà proprio Langdon a dover dimostrare la propria estraneità ai fatti che hanno portato alla morte Saunière; e lo farà con Sophie Neveu, nipote del curatore.

Consapevole di dover interpretare un messaggio misterioso rimasto nascosto per secoli, il professore attraversa, tramite indizi custoditi in opere d’arte, enigmi e strane rivelazioni, la Francia, per scoprire infine che nei dipinti di Leonardo da Vinci vi sono tracce di una potente setta che protegge un codice segreto.

Chi era dunque Leonardo? Si chiedono Langdon e Sophie.

Inoltre, quale è stato il percorso compiuto dal Santo Graal, arcano fra i più inspiegabili della storia, e coppa usata da Gesù durante l’Ultima Cena. Altro elemento dell’intreccio narrativo, assai sconvolgente per i due improvvisati detective, è l’esistenza dei Templari.

“L’estesa tenuta di Chateau Villette – più di settanta ettari – era situata a nordovest di Parigi, a venticinque minuti d’auto dalla città, nelle vicinanze di Versailles. Costruita da Francois Mansart nel 1668 per il conte di Aufflay, era uno dei più significativi castelli storici parigini. Con i suoi due laghi e i giardini disegnati da Le Notre, Chateau Villette era un piccolo castello, più che una villa. Era anche noto come la ‘Petite Versailles’…”

Sempre seguendo simboli e segni, oltre che una logica di pensiero, i due studiosi scoprono che Saunière faceva parte del Priorato di Sion, una impenetrabile società segreta che nasconde un ulteriore e imprevedibile mistero che, caso mai venisse rivelato, potrebbe compromettere i fondamenti del Cristianesimo.

Secondo l’autore, raccontato ovviamente in chiave romanzata, la Chiesa cattolica ha cercato di tenere nascosta tale verità, proprio per non pregiudicare la diffusione di notizie che avrebbero minato le basi della dottrina cristiana.

Infine, dopo aver messo insieme un cospicuo numero di tasselli, che vanno a confermare le loro ipotesi, i due sono costretti a fuggire da un gioco che si fa sempre più pericoloso.

Ed è fra intrighi, sospetti e inseguimenti da parte della polizia francese, che si sviluppa un romanzo dal ritmo serrato e dalla trama avvincente; elementi questi, a dimostrazione che il libro merita il successo ottenuto.

Il Codice da Vinci è il quarto romanzo di Dan Brown, scritto dopo Angeli e Demoni (2000).

Il protagonista, anche in quel caso il professor Langdon, si presta a rievocare attraverso una trama ricca e fluente, con una buona dose di criticità, il comportamento della Chiesa cattolica.

È d’obbligo, quindi, dare conto delle critiche rivolte all’autore, le quali, a suo tempo, hanno fatto molto discutere pubblico e opinionisti d’ogni levatura.

Sono svariati i motivi per i quali storici e critici dell’arte hanno disapprovato lo scritto. I più noti dei quali sono dovuti a discrepanze e fatti non documentati di cui si è avvalsa la narrazione de Il codice da Vinci.

Ovviamente, quando il romanzo è stato pubblicato, anche il mondo cattolico si è indignato, considerando blasfema la messa in discussione del Vangelo e della dottrina cattolica.

L’autore, in un’intervista del 2003, ha comunque ribadito la pretesa storicità della storia ipotetica del Santo Graal, elemento fondamentale su cui è imperniata la trama del romanzo.

Occorre anche ricordare che Dan Brown è stato accusato di plagio; si è affermato infatti che alcune idee del libro sono stata tratte da opere meno note, ma che avevano già trattato lo stesso argomento.

A suo discolpa, l’autore ha affermato che il libro non voleva essere un saggio storico, ma è da considerarsi solo come un romanzo.

“Langdon e Sophie camminavano lentamente lungo il corridoio laterale, mantenendosi nell’ombra dietro le colonne per evitare lo spazio aperto. Anche se erano ormai a metà della navata, non riuscivano ancora a scorgere la tomba di Newton. Il sarcofago era ospitato in una nicchia, coperta dal coro dalla loro posizione…”

In conclusione, Il Codice da Vinci va interpretato come un bel thriller con svariati elementi storici; appartenente a un genere innovativo che in seguito si è ampiamente diffuso, è un romanzo colmo di pathos. Dal libro ne è stato tratto un film del 2006, a opera dell’eccellente regista Ron Howard, già noto per aver realizzato altri e numerosi capolavori. Film che ha ottenuto anch’esso un notevole successo.

 

Written by Carolina Colombi