Dino Buzzati: LETTERE A BRAMBILLA. A cura di Luciano Simonelli.

Editore: Istituto Geografico De Agostini – Novara

Anno di stampa: 1985

pagg. 301;  22 cm

Classificazione Dewey: 853.91 BUZ

Collocazione:

Descrizione

Da: https://quellocherestadelgiorno.blogspot.com/2016/07/dino-buzzati-lettere-brambilla.html

Dal risvolto di copertina, De Agostini 1985

Dino Buzzati racconta Dino Buzzati. In centinaia di lettere finora inedite , “conversando” con l’amico più caro, Arturo Brambilla. E’ il 1919, ha soltanto tredici anni, quando comincia questo epistolario, ne sta per compiere quarantacinque quando la lunga corrispondenza dello scrittore s’interrompe. E nell’arco di circa trent’anni scorre, pagina dopo pagina, il racconto quotidiano della sua vita. Senza pudori e reticenze, con l’assoluta sincerità di chi crede in un’esistenza senza alibi. Pagine private che hanno diritto di diventare pubbliche perché Dino Buzzati non aveva segreti, perché tendeva sempre a mostrarsi quale realmente era e non temeva di contraddirsi, anzi aveva l’umiltà di rimettersi continuamente in discussione, come ogni autentico artista.

In questo vasto racconto epistolare, ora sorridente di gioia o polemicamente pungente ma più spesso carico dei tormenti dell’esistenza, Dino Buzzati è l’appassionato cronista degli anni certamente fondamentali per la sua maturazione come uomo e come scrittore. E fin dall’adolescenza – è una delle molte scoperte che offrono le Lettere a Brambilla – l’autore di Il deserto dei Tartari rivela già quello che diventerà.

Mentre da un lato è un ragazzo come tanti altri, un po’ discontinuo negli studi, che si scatena in corse a “scavezzacollo” in bicicletta e fa il tifo per Girardengo, dall’altro lo appassionano “giochi” inconsueti per la maggioranza dei suoi coetanei. Scopre il fascino dell’antico Egitto ed ecco che compone un “poema” sul dio Anubis; gli nasce la passione per la montagna, quell’amore per le ascensioni sulle “crode selvagge” delle Dolomiti che non l’abbandonerà mai più, ed ecco che crea fantasiose composizione su valli e vette popolate di gnomi e di elfi. Eppoi comincia a disegnare. Splendidamente. Nasce allora il Dino Buzzati pittore e le lettere che indirizza all’amico straripano delle sue opere. Disegni che vengono puntualmente riprodotti in questo volume offrendo così dell’epistolario un’edizione completa.

Dagli anni dell’adolescenza a quelli delle prime prove come cronista al Corriere della sera, alla stagione in cui lo scrittore è inviato di guerra in Africa o a bordo delle navi da combattimento della Marina Militare e fio all’inizio degli anni Cinquanta, le lettere di Dino Buzzati percorrono un appassionato itinerario narrativo. Pagine che non soltanto offrono momenti di rara efficacia descrittiva, di profonda verità umana ma che raccontano anche la nascita delle opere più significative dello scrittore. Le Lettere a Brambilla sono il documento di una vita e la migliore introduzione alla lettura dei romanzi e dei racconti di Dino Buzzati.

I capitoli:

–          “Ho fatto la fricassea della bicicletta”

–          “Castiglioni era l’unico professore che mi pigliava un po’ in considerazione”

–          “La verità è che se si è felici non lo si sa di esserlo”

–          “C’è una bella bambina che mi piace in un modo straordinario”

–          “Là dove c’è gloria e amore sempre a me piacerebbe stare”

–          “Le pupe saranno una bella cosa ma tolgono voglia di lavorare”

–          “Io sono entrato ieri al Corriere come cronista”

–          “Sono stabilito definitivamente nella categoria dei fessi”

–          “Ho la convinzione di poter fare un capolavoro”

–          “Io sarei spesso tentato dalla religione cattolica”

–          “Non penso che a lei, senza un attimo di tregua”

–          “Ho l’impressione che qualcosa sia veramente finito”