Descrizione
Dal retrocopertina.
Il nazismo fu un fenomeno specificatamente tedesco o parte di un fenomeno europeo e mondiale? Il rapporto tra il nazismo e la precedente storia della Germania è un rapporto di continuità o di frattura? Dove si possono rinvenire le radici ideologiche, politico-sociali, economiche del nazismo? Quali furono i caratteri principali della sua politica interna ed estera dopo l’ascesa al potere? Quale fu il significato dell’opposizione tedesca al nazismo? A questi e ad altri interrogativi rispondono gli scritti di Hitler, G. Ritter, G. Lukacs, E. Vermeil, P. Viereck, F. Meinecke, G. L. Mosse, G. W. F. Hallgarten, F. Neumann, H. Mommsen, H. Mau – H. Krausnik, D. Melnikov, che Enzo Colletti ha raccolto nel presente volume.
Dalla pagina web del Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche (SIUSA):
https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=91677
Intestazioni:
Collotti Enzo, professore universitario, storico, (Messina, 15 agosto 1929), SIUSA
Enzo Collotti nasce a Messina il 15 agosto 1929 da Francesco Collotti ed Elsa Natoli. Nel 1940/41 si trasferisce con la famiglia a Trieste, dove entra in contatto con la cultura slava e inizia lo studio del tedesco. Si laurea in Giurisprudenza nel 1951 con una tesi sul tema del lavoro nella Costituzione italiana. Tra il 1950 e il 1951 inizia a collaborare alle riviste «Il Ponte» e «Occidente». Dal 1954 lavora all’Istituto di studi di politica internazionale di Milano fino a quando nel 1959 entra alla Feltrinelli, occupandosi dei movimenti e dei partiti in accordo al movimento operaio. Dal 1964, conclusa la collaborazione alla Feltrinelli, inizia a scrivere sulla rivista «Belfagor» e, dal 1970, su «Il Manifesto». Dal 1965 insegna alle Facoltà di Lettere delle Università di Trieste e Bologna, fino al 1987, quando occupa la cattedra di insegnante di storia contemporanea all’Università di Firenze fino al suo ritiro dall’insegnamento nel 1999/2000. La sua visione di storico impegnato nelle battaglie politiche trova particolare manifestazione nel suo lavoro per il Comitato contro il Berufsverbot in Germania (“divieto di professione” legge della Rft che introduce antidemocratiche discriminazioni nell’esercizio delle professioni e nell’accesso agli incarichi pubblici), al quale aderisce nel 1977 su invito di Lelio Basso. Nel gennaio 1979, nelle ore immediatamente successive all’omicidio del giudice Alessandrini, la casa di Collotti è stata perquisita e messa a soqquadro dalla Digos. Il fatto ha suscitato proteste, e un gruppo di intellettuali, attivi insieme a Collotti nella difesa dei diritti civili in Italia e nella Repubblica Federale Tedesca, si attiva a suo sostegno, pubblicando una lettera aperta su alcuni quotidiani nazionali. Dal 2001 al 2007 ha curato per la casa editrice Einuadi, con Renato Sandri e Frediano Sessi, il Dizionario della Resistenza. Profondo conoscitore delle fonti storiografiche in lingua tedesca, Collotti si è dedicato intensamente allo studio del nazionalsocialismo e del fascismo in Germania, Austria e Italia, analizzando a fondo la Repubblica di Weimar, l’occupazione tedesca in Italia e il ruolo dell’Italia stessa nella politica antisemita, e ponendo una grande attenzione sui movimenti per la Resistenza, sul sistema concentrazionario e sulle leggi razziali. (…)
Redazione e revisione:
Petese Lucia, 2018/11/21, prima redazione
Reale Elisabetta, 2019/04/14, revisione