Felice Battaglia: CINQUE SAGGI INTORNO ALLA SOCIOLOGIA. Con due appendici.

Casa editrice: Istituto Luigi Sturzo – Roma

Anno di stampa: 1969

pagg. 182;  22 cm

Classificazione Dewey: 301 BAT

Collocazione:

Descrizione

Da: https://it.wikipedia.org/wiki/Felice_Battaglia

Felice Battaglia (Palmi, Reggio Calabria, 23 maggio 1902 – Bologna, 28 marzo 1977) è stato un giurista, filosofo e accademico italiano.
Biografia
In seguito al terremoto di Messina del 1908 lasciò la Calabria, trasferendosi con tutta la famiglia a Roma, dove intraprese il suo percorso di studi.
Nel 1925 conseguì la laurea in giurisprudenza presso La Sapienza, con una tesi su Marsilio da Padova che, grazie ad un concorso vinto, poté pubblicare nel 1928. Ottenuta la libera docenza di filosofia del diritto, e un contratto d’insegnamento dall’ateneo capitolino, si trasferì all’Università di Siena, dove nel 1932 vinse la cattedra nella medesima disciplina.
Nel 1938 si spostò da Siena a Bologna, dove già teneva delle lezioni dalla fine del 1935. Nell’ateneo bolognese insegnò, contemporaneamente, filosofia morale nella Facoltà di lettere e filosofia, di cui fu preside dal 1945 al 1950, e filosofia del diritto nella Facoltà di giurisprudenza.
Negli anni Cinquanta e Sessanta, è stato più volte rettore dell’ateneo di Bologna. In questa città è morto nel 1977. Pochi anni dopo il Comune di Bologna gli ha dedicato una strada, e l’Università ha intitolato a suo nome la biblioteca del Dipartimento di filosofia. Tra i suoi allievi si segnalano Nicola Matteucci, Guglielmo Forni Rosa e Enzo Melandri.
Pensiero
È stato autore di numerosi saggi in diverse branche del diritto e della filosofia e, in loro connessione, sulla storia del pensiero, sia antico che moderno: tale interesse fu declinato anche in chiave pedagogica, a testimonianza dell’intensa attenzione rivolta dallo studioso calabrese alla storia quale concreta fonte dell’organizzazione sociale umana e del complesso e diffidente approdo allo spiritualismo.
Con i sostenitori attualisti dell’autonomia della categoria filosofica della politica, pensava “che occorresse lasciare alla storia tout court quanto non fosse pensiero sistematico, preservando così la storia delle dottrine da ogni contaminazione con le dialettica sociale e istituzionale”.

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