Giuseppe Berto: IL MALE OSCURO. Romanzo. Con un saggio introduttivo di Carlo Emilio Gaddo.

Arnoldo Mondadori Editore

Collana: Oscar

Anno di stampa: 1979

pagg. 369;  19 cm

Classificazione Dewey: 853.91 BER

Collocazione:

Descrizione

Da: https://it.wikipedia.org/wiki/Il_male_oscuro_(romanzo)

Il male oscuro è un romanzo del 1964 di Giuseppe Berto. Si è aggiudicato in una sola settimana due premi letterari prestigiosi: il Premio Viareggio e il Premio Campiello.

Il libro è stato tradotto in francese, inglese, spagnolo e tedesco.

Contenuto del libro

L’analisi del vissuto dell’autore è condotta mediante l’uso del flusso di coscienza senza interposizioni narrative. L’autore nel romanzo rivela i diversi avvenimenti della sua infanzia, in primo luogo il suo rapporto difficile con il padre (che lo spinge verso la depressione in seguito alla morte del genitore) e poi il suo complesso di Edipo, quindi l’ambigua e latente conflittualità sessuale nonché lo smodato desiderio di gloria del protagonista, a sua volta all’origine di forti sensi di colpa.

La trama segue la descrizione dell’attuale stato della malattia (che dura complessivamente un decennio), il matrimonio e la nascita della figlia Augusta, in un continuo alternarsi di flashback. La costante ricerca di medici più o meno esperti, dopo varie vicissitudini, spinge il protagonista a rivolgersi a uno psicoanalista (Nicola Perrotti, anonimo nel romanzo) che risolverà in parte i suoi problemi. Dichiarato guarito dal medico, scopre il tradimento della moglie, in seguito al quale lascia la famiglia e decide di ritirarsi in Calabria.

Nel suo continuo interrogarsi sulle cause che gli procurano tanto dolore fisico, l’autore non smette mai una sorta di dialogo con Dio, la Madonna e Sant’Antonio da Padova; unisce suppliche ed invettive nel linguaggio proprio della sua terra (la campagna veneta). Pur non frequentando la chiesa e i Sacramenti, né il cimitero, egli trasfonde sempre nel suo testo un clima di sofferta religiosità, che si sublima nella frase finale, in cui chiede di essere congedato.

«e poi sarà tempo di dire Nunc dimittis servum tuum Domine, forse è già tempo.»

(Explicit de Il male oscuro.)