Descrizione
Dal sito: https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Settembrini
Luigi Settembrini (Napoli, 17 aprile 1813 – Napoli, 4 novembre 1876) è stato uno scrittore e patriota italiano.
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Gli ultimi anni
Nel 1860 fu professore di letteratura italiana presso l’Università di Bologna e dal 1861 insegnò all’Università di Napoli diventandone in seguito rettore. Durante la sua attività nell’ateneo napoletano, rammaricato per il disfacimento degli istituti e dei costumi napoletani a seguito dell’Unità d’Italia, agli studenti che si lamentarono di alcuni regolamenti e dell’iniquità nella distribuzione dei fondi scolastici, egli rispose: «Colpa di Ferdinando II!». Gli studenti stupiti gli chiesero le motivazioni ed egli replicò: «Se avesse fatto impiccare me e gli altri come me, non si sarebbe venuto a questo!».
Nel 1861 Settembrini pubblicò le opere di Luciano di Samosata riuscendo inoltre a portare a termine il progetto che aveva abbozzato negli anni precedenti con Della letteratura italiana libri IV. Sua intenzione, dichiarata nel discorso Dello scopo civile della letteratura dell’8 aprile 1848, era infatti quella di scrivere una storia della letteratura italiana per le generazioni di giovani post-risorgimentali. Tra il 1866-1872 vennero pubblicati i tre volumi dell’opera le Lezioni di letteratura italiana.
Con lo stesso impegno civile messo nella stesura della sua letteratura italiana il Settembrini lavorò ininterrottamente ad un’altra importante opera, le Ricordanze della mia vita, che verranno pubblicate postume dall’editore Morano con la guida dell’amico Francesco De Sanctis. Settembrini fu collaboratore dell’Italia e de Il Piccolo e nel 1866 direttore de Lo Stivale. Il 6 novembre 1873 venne nominato senatore. Tra le altre sue opere si ricorda l’Elogio del marchese Basilio Puoti del 1847, le Opere di Luciano voltate in italiano pubblicate in tre volumi da Le Monnier tra il 1861-1862, Il Novellino di Masuccio Salernitano restituito alla sua antica lezione del 1874 e le Lettere dall’ergastolo (1851-1858), scritte per la massima parte alla moglie “Gigia”.
Alla sua morte, il corpo di Settembrini fu trattato con una speciale tecnica di mummificazione dallo scienziato Effisio Marini (1835-1900).