Descrizione
Da: https://www.fantascienza.com/1364/dizionario-degli-esseri-umani-fantastici-e-artificiali
Leggendo per la prima volta un romanzo di fantascienza (o dark o fantasy), subito, il primo duro impatto è con nomi che di primo acchito al lettore inesperto risultano essere assurdi, incomprensibili; non di rado questo ostacolo fa desistere potenziali amanti della SF dal leggere un qualsivoglia romanzo con termini strani tipo Zzzax, Talos, transgender, ESP, new type, cyberspazio, mutanti… una lista questa che potrebbe estendersi all’infinito, considerando che ogni giorni si coniano neologismi per il mondo della SF. Tuttavia questi termini hanno un loro specifico significato, una etimologia precisa, e vengono utilizzati nei romanzi di fantascienza e fantastici per meglio caratterizzare la storia e renderla credibile all’immaginario del lettore; sarebbe impensabile costruire anche solo un racconto di SF senza conoscere il vocabolario di questo genere di letteratura, sarebbe come pretendere che un fabbro forgi una spada senza conoscere le proprietà dei metalli.
Vincenzo Tagliasco, insegnante di Bioingegneria presso l’Università di Genova, ha compilato un dizionario essenziale della terminologia adottata dagli scrittori di SF, di Fantasy, ecc.
Tagliasco suggerisce nell’introduzione al dizionario che esistono diverse percorsi di lettura per orientarsi nel mondo degli esseri artificiali e fantastici: “il percorso epistemologico cerca di definire il concetto di essere umano, di intelligenza, di empatia, per poter valutare il grado di naturalità e di artificialità dell’essere preso in considerazione; il percorso mitologico analizza invece l’evoluzione degli esseri letterari attraverso le leggende scritte, orali, ecc; il percorso tecnico si preoccupa di analizzare l’evoluzione degli esseri artificiali meccanici effettivamente costruiti, a partire dalle bambole animate di antiche civiltà fino ai robot industriali; infine, il percorso “alla Kuhn” tende a correlare le tipologie degli esseri artificiali con i paradigmi tecnologici prevalenti in una certa epoca (per esempio la fase della meccanica, dell’elettricità, della chimica, ecc.)”. Come si può facilmente constatare comprendere la natura di una parola è assai importante per leggere e godere appieno un racconto fantascientifico; non sapere che cosa è un “mutante”, significa non comprendere la storia narrata o, comunque, capirne solo una parte e per giunta in via del tutto astratta adattata al pregiudizio di cui ognuno di noi soffre nei confronti di un genere letterario che non gli è “proprio”, perché non si è mai provato in un categoria letteraria diversa da quella riconosciuta come classica. “L’essere artificiale deve dimostrare una qualche forma di intelligenza. Il termine “intelligente” richiama una prestazione tipica dell’essere umano, anche se spesso è normale definire intelligente il comportamento di un cane o di un elettrodomestico. Tuttavia, nel momento in cui – per esempio – si può ipotizzare un robot non intelligente, di fatto postuliamo l’esistenza di un corpo (o simulacro di una struttura fisica) separato da un “erogatore di intelligenza” che richiama pur sempre l’idea di un robot”, spiega Vincenzo Tagliasco.
Il dizionario è così organizzato: un’ampia introduzione spiega la differenza fra ciò che è naturale e ciò che invece è artificiale, che cosa si intende per normalità, che cosa è teoricamente la cibernetica incastrata fra scienza e fantascienza; inoltre propone un primo sguardo alla tassonomia degli esseri artificiali e come interpretare il postulato “la fine del robot antropomorfo”.
Nella prima parte (dedicata alla tassonomia relativa a esseri contenenti parti biologiche o materia in grado di auto-organizzarsi) vengono presi in considerazione esseri nati da mutazioni genetiche, cyborg, cloni, replicanti, golem, calcolatori biologici, ecc: ogni essere analizzato viene esaurientemente spiegato sotto tutti gli aspetti (prima apparizione nella letteratura mitologica, in quella fantascientifica, nel linguaggio tecnico della medicina, della storia umana, della cinematografia, ecc. Ad esempio si viene a sapere che ESP sta per Extra Sensory Perception e viene spiegato che “la percezione extrasensoriale afferisce all’area della parapsicologia” e che la fantascienza ha fatto suo il termine dopo che J.B. e Louisa Rhine avevano installato nel 1932 un Laboratorio di Parapsicologia alla Duke University il cui obiettivo era quello di verificare l’esistenza di eventi di parapsicologia… poi un “rimando” ci invita a scoprire che cosa sono i “poteri psionici e telepatici” e la “telecinesi” ). La seconda parte esplora la tassonomia degli esseri non contenenti parti biologiche, quindi si interviene su argomenti quali, ad esempio, il rapporto fra mente e corpo nelle macchine artificiali, la costruzione dell’intelligenza, per passare ad analizzare gli androidi, i robot antropomorfi, gli esoscheletri, i simulatori umani ecc.
Conclude il volume una discreta bibliografica, un indice analitico e un indice delle opere citate nel dizionario.
“Molti autori e autrici, nell’ambito della letteratura e della fantascienza, si sono impegnati nel descrivere non solo gli esseri umani cosiddetti normali, ma anche esseri ‘fuori norma’, a volte chiamandoli mostri o supereroi. Frutto della fantasia, di sogni o visioni, queste creature vengono riprese da altri autori, dando luogo a vere e proprie categorie di esseri naturali e artificiali, che sono entrate a far parte del linguaggio comune… D’altra parte, lo sviluppo incessante della tecnologia sollecita, sempre più spesso, un continuo aggiornamento dei principi etici che pongono limiti alla gestione dei corpi degli esseri umani, animali e artificiali”, spiega l’autore rispondendo alla domanda “..perché un dizionario?”
A dispetto di quel che si potrebbe pensare di primo acchito sfogliando un dizionario così organizzato, il dizionario è scritto con fantasia, molto agevole nella consultazione così come nella lettura, difatti si legge come un romanzo: è uno strumento indispensabile al neofita che si accosta per la prima volta alla SF quanto al lettore consumato.